Nel 1999 la fine del millennio e l’imminente avvio dei Duemila portano nuove idee e stili innovativi. Si chiude un’era, se ne apre un’altra, diversa, con forme inedite, pensieri concettuali fino a quel momento inesplorati. Una mini-rivoluzione che coinvolge anche il settore automobilistico, anche Ferrari. Che, come spesso succede, si distingue: perché la Rossa rinnova mantenendosi nella tradizione. Sembra un paradosso, ma non lo è.
A Maranello vogliono replicare il successo delle sportive con motore V8, ovvero la 308 e la F355. La nuova creatura concepita dagli ingegneri dovrà montare lo stesso propulsore, ma con caratteristiche tecniche differenti. Dal punto di vista dello stile, la supercar “in rosso” del nuovo millennio rappresenterà l’inizio di una nuova strada. Un nuovo percorso, chiamato 360 e intrapreso insieme a una garanzia del settore come Pininfarina.
La berlinetta sfornata da Maranello viene presentata al Salone di Ginevra 1999. Piccola, scattante, sportiva. Colpiscono subito gli esterni. La vettura infatti non presenta le classiche linee della ‘collega’ precedente F355. Ha un motore a trazione posteriore, come altre sportive Ferrari, ma è la prima Rossa a sfoggiare il telaio completamente in alluminio, che la rende più leggera del 28 % della 355, nonostante fosse più grande. Non ci sono più i fanali anteriori “a scomparsa”, rimpiazzati da quelli “a vista” con, tra l’altro, un nuovo impianto d’illuminazione.
Le caratteristiche rendono la 360 un esempio da seguire, ancora oggi, per tutte le supercar moderne. Se ne sono accorti anche nella stessa Maranello: nella costruzione della recentissima F8 Tributo, e non solo, è possibile scovare ispirazioni direttamente prese dalla 360. Che, nella sua versione base, viene lanciata con il nome di Modena. Il V8, che ha 5 valvole per cilindro, viene dotato di una cilindrata aumentata, rispetto alla 355, a 3856 cc, capace di erogare una potenza di 400 CV a 8500 giri/minuto. Lo 0-100 km/h viene raggiunto in 4,5 secondi.
Già nel 2000 viene realizzata la versione spyder. Elemento peculiare è il fatto che il V8 è visibile dal lunotto posteriore. Il tetto, in tela, è ripiegabile elettronicamente, mentre viene messa a disposizione dei clienti il cambio “F1” direttamente derivato dalle monoposto su cui in quegli anni sfreccia Michael Schumacher.
A beneficiare di una spyder tutta sua è però Luca Cordero di Montezemolo, in quegli presidente del Cavallino, che per il suo compleanno riceve da Gianni Agnelli una 360 Barchetta F1, di colore Grigio Alloy, versione realizzata in un unico esemplare.
Il legame della 360 con lo sport non finisce qui. Nello stesso 2000 infatti la vettura viene scelta per gareggiare nelle varie competizioni. Viene quindi elaborata la 360 Challenge. Il nome deriva dalla partecipazione al campionato monomarca Ferrari, ma la macchina arriva a gareggiare anche nelle gare FIA e a correre alla 24 Ore di Le Mans. I 300 esemplari della Challenge montano la meccanica di serie, ma pesano 120 kg in meno rispetto alla Modena. Il motore più potente vanta 415 CV, ad eccezione della 360 GTC. Quest’ultimo modello, realizzato in collaborazione con l’azienda padovana Michelotto, e i suo 445 CV mostrano tutta la loro potenza nelle gare di Gran Turismo.
Nel 2003 arriva l’ultima versione. La Challenge Stradale viene appositamente realizzata per quei clienti che vogliono rivivere sulla strada le emozioni della corsa in pista. Con i dovuti accorgimenti, va da sé. È proposta in versione coupé come la Modena, ma viene dotata di elementi che si trovano nelle auto da competizione. I dischi dei freni sono costituiti in materiale composito, carbonio e ceramica, due aperture laterali sono inserite nel paraurti anteriore e le minigonne sono messe in maggiore risalto.
Viene inoltre alzato il cofano e ribassato l’assetto di 15 mm. Inoltre, specchi retrovisori in carbonio – presente anche nel guscio che riveste i sedili interni – e cerchi da 19’’.
La presenza del carbonio e di altri materiali leggeri come il titanio alleggerisce inoltre il peso della vettura. Dal punto di vista delle prestazioni, la Challenge Stradale fa parlare di sé con i suoi 425 CV. Pure il famoso cambio “F1” viene velocizzato, da 200 millisecondi (quelli della Modena) a 150. Caratteristiche per far sì che il guidatore possa sentirsi, per un giorno, come al Circuit de la Sarthe di Le Mans.
Le novità, in seguito, terminano e la Ferrari 360, nel 2004, esaurisce il suo ciclo. A sostituirla è la F430. Nello stile e nelle caratteristiche, prende ispirazione proprio dalla 360. È solo la prima di una lunga serie di supercar che nel loro sviluppo guarderanno alla storia della Modena e della Challenge Stradale.
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